Vai al contenuto

TUTTA COLPA DI EINSTEIN ( …e delle onde gravitazionali )

Da molto tempo ci chiediamo perché nella nostra piccola realtà leucana, le cose non funzionano nella maniera giusta, oppure perché molti progetti, che potrebbero valorizzare il nostro territorio e aumentarne le potenzialità di attrazione turistica, non vengono eseguiti o rimangono allo stato embrionale, mentre altri di dubbia utilità e di complessa esecuzione, hanno canali preferenziali per una celere attuazione.

D’altro canto abbiamo sempre sentito dire dai nostri amministratori che in realtà molte cose sono state fatte per Leuca, cose buone naturalmente, anche con notevoli investimenti economici.

La popolazione, però, non ha mai avuto la percezione di questi cambiamenti   non ha mai potuto vedere segni tangibili di qualcosa di nuovo e non credo trattasi di problemi di cecità diffusa.

Ora il dilemma, se hanno ragione i nostri amministratori o i comuni cittadini, sembra possa trovare una risposta certa, fondata su basi solide, dopo quello che è successo l’11 febbraio di quest’anno quando la comunità scientifica internazionale ha comunicato di aver rilevato la presenza di onde gravitazionali, già ipotizzate da Einstein un secolo fa nell’ambito della famosateoria della relatività generale.

Queste ogravitazionalende gravitazionali, generate dalla collisione di due buchi neri, altro non sono che delle deformazioni della curvatura spazio-tempo; al loro passaggio le distanze fra punti nello spazio tridimensionale si contraggono e si espandono.

Quasi sicuramente tutto il territorio leucano è stato invaso da questo tipo di onde, in quantità massiccia, che hanno prodotto, almeno per il momento, solo un allungamento esagerato della struttura spazio-tempo. Siamo ancora, infatti, in trepidante attesa di poter osservare anche la fase di accorciamento.

Un raggio di luce, una immagine costituita da tanti punti luce partita da una sorgente, impiega molto più tempo per arrivare ai nostri occhi: quello che stiamo vedendo adesso non è altro che il risultato di una serie di impulsi luminosi partita diverso tempo fa. In parole povere il nostro organo preposto alla vista non percepisce ancora l’immagine in tempo reale, ma un’informazione partita in passato.

Nella pratica quotidiana, ciò significa che tanti interventi sono stati fatti ma non possiamo ancora vederli a causa di questa dilatazione nella struttura dello spazio-tempo che rallenta l’arrivo dell’immagine.

Questo significa ad esempio, che sul lungomare di Leuca sono già cominciati i lavori per la posa dei lampioni e per l’adeguamento dell’illuminazione pubblica, ma noi continuiamo a vedere un lungomare sempre al buio. Su molte strade, soprattutto secondarie, sono state sistemate molte buche, ma a noi arriva l’immagine di un asfalto ancora dissestato. I ruderi della Colonia Scarciglia sono stati rimossi, ma la visuale è ancora quella di un ecomostro diroccato ad elevata pericolosità.

Nel canale San Vincenzo vediamo che i lavori risultano interrotti, mentre in realtà il tunnel è quasi completato. Forse in questo caso le onde gravitazionali non hanno alcuna colpa, perché siamo in presenza di un’onda di protesta collettiva che nulla ha a che vedere con la fisica. Trattasi di un particolare tipo di onde che si verificano con una frequenza molto bassa, ma che possono avere effetti devastanti in conseguenza del loro impatto.

Bisogna avere solo un po’ di pazienza per poter superare lo sfasamento temporale  che si è venuto a creare e poi questa realtà ormai virtuale, questa specie di Matrix al contrario che ci fa vedere solo il peggio, svanirà del tutto per lasciare spazio a ciò che veramente è reale.

Ma quali saranno i tempi di attesa? Quanto bisognerà aspettare perché questo si verifichi?

Il problema si può porre sempre nel campo della fisica teorica, bisogna cioè far entrare in gioco quella teoria elaborata circa un secolo fa da Planck, parallelamente a quella della relatività, nota come teoria dei quanti.

Quanti soldi ci sono a disposizione? Quanti ostacoli burocratici bisogna superare? Quanti sono gli individui interessati? Quanti sono gli interessi in gioco? Quanti bruciori di stomaco dovremo ancora sopportare? Quanti bocconi amari dovremo ancora ingoiare? Quanti voti potranno spostare questi interventi visto che le elezioni sono ormai alle porte?

Einstein e i suoi illustri colleghi, grazie alla loro lungimiranza, avevano teorizzato e previsto tutto, ma forse non avevano mai fatto un giro dalle nostre parti dove avrebbero potuto trovare una applicazione pratica alle loro intuizioni, avrebbero potuto riscrivere, almeno in parte, le loro teorie, o molto più probabilmente avrebbero cambiato mestiere.

Tratto da www.leuca.org

Condividi