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La Colonia Scarciglia è ora di proprietà del Comune

L’ex colonia Scarciglia diventa di proprietà del Comune di Castrignano del Capo.
Il passaggio è stato ufficializzato ieri con la firma tra il sindaco Santo Papa e il direttore dell’Ufficio di Lecce dell’Agenzia del Demanio di Puglia e Basilicata, Vincenzo Capobianco.
L’immobile presente sulla costa di Punta Meliso potrà essere risistemato per una nuova vita, davanti ad uno scenario mozzafiato che conquista i turisti di tutto il mondo: smetterà
di essere un ecomostro, un pugno in un occhio dell’incantato paesaggio leucano, per diventare una nuova risorsa, grazie al recupero fortemente voluto dall’amministrazione.
L’acquisizione è arrivata dopo che il Demanio ha ripreso in consegna la struttura al termine del contenzioso giudiziario avviato contro la Provincia di Lecce per la proprietà del bene.
«La lunga questione che ha opposto Palazzo dei Celestini allo Stato – spiega il consigliere Roberto Calabrese – è stata risolta soltanto negli ultimi mesi. Ci siamo mossi celermente
per poter sfruttare la prelazione prevista dal Demanio in caso di alienazione di beni pubblici e ci siamo riusciti in tempi record. Adesso ci rimboccheremo le maniche per riportare all’antico splendore l’ex sanatorio».
Si tratta di un’acquisizione a titolo non oneroso che pone fine a decenni di conflitti non solo nelle aule di tribunale, con la conseguenza di portare l’imponente struttura ad un gravissimo stato di incuria e di pericolo per l’incolumità pubblica e privata. I ponteggi infatti non reggono più i muri, corrosi dalla salsedine, mentre all’interno c’è spazzatura di ogni genere, anche sostanze
nocive sciolte dagli agenti atmosferici.
Già dall’insediamento, l’amministrazione Papa aveva ritenuto prioritaria l’intenzione di arrivare ad ottenere il bene e farlo diventare patrimonio del Comune: con una deliberazione
del novembre 2016, il Consiglio comunale aveva deciso di accelerare sull’iniziativa di acquisizione dell’ex colonia, in forte stato di degrado, abbandonata da circa 50 anni e interessata da interventi
edilizi non conclusi.
A dare supporto all’amministrazione, l’avvocato Giuseppe Mormandi che ha seguito ogni passo dell’importante operazione che mirava a consegnare al Comune di Castrignano e alla comunità cittadina una struttura di grande impatto, da valorizzare e da rigenerare nel massimo rispetto della legge e con una dichiarata finalità pubblica, nel rispetto dell’ambiente e del territorio,
preservando un’area di immenso valore paesaggistico e storico.
Per il sindaco Papa si tratta di un’iniziativa di grande successo: «Devo ringraziare – sottolinea il primo cittadino – oltre ai miei assessori e ai consiglieri di maggioranza, il lavoro e l’attenzione che
l’Agenzia del Demanio ha posto a questa problematica. Castrignano del Capo attendeva questo momento dal 1970.
Abbiamo realizzato un progetto importantissimo e adesso lavoreremo con grande intensità per programmare i lavori di valorizzazione dell’area, da salvaguardare e sistemare in perfetta armonia con l’ambiente e nel massimo rispetto dei valori storici, culturali e religiosi del sito, nell’interesse primario della cittadinanza e del territorio».
Il progetto di rinascita dell’ex colonia Scarciglia richiederà certamente un investimento di risorse importanti, al di là di quella che poi sarà la destinazione d’uso dell’imponente opera ormai ridotta
ad un gigante di cemento pericolante che si affacia sul mare.

La Storia

Nata nel 1922 per curare i malati di tubercolosi
Ha quasi un secolo l’ex colonia Scarciglia, affacciata sul mare di Leuca dal 1922 quando venne istituita come sede per la cura dei pazienti affetti da tubercolosi, provenienti da tutta la provincia di Lecce. Negli anni Quaranta la trasformazione in ospedale dove nacquero anche i figli dei profughi ebrei che, dopo la liberazione dai campi di concentramento, erano stati sistemati nei centri di accoglienza salentini. Alla fine degli anni Sessanta il lento abbandono che portò il Demanio a cedere l’ex colonia alla Provincia con l’unica prescrizione che la nascente struttura fosse utilizzata
per scopi sociali e non per imprenditoria privata.
Palazzo dei Celestini invece decise di creare un resort di lusso, pubblicando un bando apposito, motivo per cui nacquero una serie di contenziosi e di cause giudiziarie per presunti abusi edilizi, che si conclusero con la piena assoluzione dei coinvolti. In piedi rimase la causa tra il Demanio e la Provincia accusata di non aver utilizzato l’immobile per la comunità come previsto dall’accordo di vendita pattuito per metà del valore originario. Nel Duemila la svolta sembrava arrivata con l’interessamento dell’imprenditore Roberto Colaninno, intenzionato a realizzare un albergo a 5
stelle sulla costa, completo di centro benessere, per un impegno di 9 milioni di euro. Il progetto prevedeva anche la salvaguardia della facciata storica monumentale, proprio per la sua integrazione
con il contesto architettonico circostante vista la sua posizione accanto alla scalinata monumentale e alla cascata dell’Acquedotto pugliese. Nel 2005 la struttura fu sequestrata per irregolarità nelle
procedure seguite per il rilascio dei permessi di costruzione e per l’assenza di alcune autorizzazioni riguardanti la realizzazione e la fattibilità delle opere.

(articolo di Maurizio Tarantino Nuovo Quotidiano di Puglia)

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