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Caso Fabio Galati : il parere degli Avvocati Galante e Spagnolo

Servizio di Telerama :

mcLeucaonline.it ha chiesto agli Avvocati Eleonora Galante e Chiara Spagnolo, legali incaricati dalla moglie di Fabio Galati, Agnese, il punto della situazione :

“Ci duole constatare come nel caso di questo tragico decesso di un giovane padre di famiglia, le indagini siano sempre state effettuate in maniera gravemente superficiale ed in particolare, come tutti gli atti di indagine, siano stati effettuati dietro apposita richiesta scritta di noi difensori delle persone offese, a partire dall’iniziale richiesta di autopsia, a seguire con la richiesta di intervento degli esperti dello Spesal in materia di sicurezza sul lavoro, attesa la complessità degli accertamenti tecnici che dovevano essere effettuati sulla nave motopesca, ad esempio sull’eventuale presenza di un piano operativo di sicurezza per le lavorazioni commissionate (piano di sicurezza del tutto assente), sull’eventuale dotazione di dispositivi individuali di sicurezza ed a fronte dell’assoluto tecnicismo delle norme tutte che disciplinano i lavori marittimi ed in ambito portuale, di cui ai vecchi decreti 271 e 272 del 1999, da integrarsi con la normativa di cui al Testo Unico (81/2000) in materia di sicurezza sul lavoro.
Peraltro, lo Spesal ha evidenziato la grave violazione di qualsivoglia tutela antinfortunistica nel caso del lavoro commissionato al povero Fabio, stante l’assenza della preventiva dotazione di idonee misure di sicurezza che avrebbero potuto magari salvargli la vita.
Abbiamo noi stesse provveduto a svolgere indagini difensive, come consentitoci dal codice di procedura penale, a fronte della gravissima inidoneità degli atti di indagine espletati dall’organo inquirente, peraltro su nostro continuo impulso.
Da ultimo, con l’opposizone all’archiviazione, abbiamo richiesto l’espletamento di una perizia tecnica, ora finalmente disposta dal GIP, al fine di valutare se i lavori di saldatura a bordo effettuati contestualmente alla sua immersione, possano aver generato un shock elettrico o un campo elettrico che abbia potuto interessare i muscoli cardiaci o respiratori del Galati e causargli un malore in acqua, cui è poi conseguita la morte per annegamento.
Ancora, lo sconcerto più grave è stato poi l’aver appreso solo dai giornali della richiesta di archiviazione formulata inopinatamente dal PM inquirente, sulla persona dell’armatore che a suo dire, quel tragico 8 aprile, si trovava a Mola di Bari e dunque assente al momento del fatto. Tuttavia, al di là della pacifica circostanza per cui, anche qualora fosse stato assente, l’armatore ne risponderebbe in ogni caso penalmente, in quanto titolare di una posizione di garanzia nell’ambito dei c.d. reati omissivi, è di tutta evidenza come l’armatore, Cristino Giuseppe, fosse stato in realtà presente la sera della tragedia, essendo addirittura a bordo della propria nave motopesca, come risulta inequivocabilmente confermato in sede di indagini, dalle dichiarazioni rese dal figlio, comandante del motopeschereccio Cristino Antonio, nell’immediatezza dei fatti e da tutti i testimoni presenti, ivi compreso il Comandante delle Capitaneria di Porto di Leuca ed i militi intervenuti.
Pertanto, ancor più grave si appalesa la richiesta di archiviazione formulata dal PM e oggi superata dal provvedimento dell’attento GIP, Dott.ssa Panzera, che conferma ancora una volta le gravissime lacune e la superficialità con cui le indagini sono state sinora espletate”.

 

 

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